Basta frodi nel pesce fresco e stop allo scambio di specie. Come distinguere pesci e molluschi nel manuale fotografico dell’Istituto zooprofilattico del Piemonte
“Ok! Il pesce è giusto” è il manuale realizzato dall’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ( per visualizzarlo cliccare sulla foto ) per spiegare le nuove etichette in vigore dal 13 dicembre 2014 e riconoscere le frodi che spesso e volentieri vengono perpetrate ai danni dei consumatori. Secondo l’Istituto il 72% degli illeciti nel settore ittico sono da ricerca nelle etichette scorrette e nella mancanza di tracciabilità. Nel primo caso si vende come l’allevato come pescato, mentre spesso si rileva un cambio di specie presentando un palamita al posto del tonno, un filetto di brosme per il più pregiato filetto di merluzzo e così via. Anche la vendita di pesce decongelato come pesce fresco oppure di pescato da consumarsi crudo non sottoposto a preventivo congelamento (per il rischio parassita Anisakis) è abbastanza diffuso. Il manuale, redatto dagli esperti dei laboratori di Genetica e di Istopatologia dell’Istituto, spiega con delle belle foto come riconoscere i pesci più commercializzati e come individuare le frodi furberie.
Il più delle volte si tratta di frodi commerciali, che danneggiano economicamente il consumatore, tranne quando si rileva la presenza di Anisakis, oppure si vende pesce non fresco ricco di batteri o con un’eccessiva quantità di istamina (come avviene nel tonno non fresco).
Il primo passo per un acquisto consapevole è decodificare l’etichetta che deve indicare:
– La denominazione commerciale della specie e il nome scientifico (per esempio orata:Sparus aurata) (*)
– Il metodo di cattura: pescato in mare, pescato in acque dolci, oppure allevato
– La zona di cattura: mare Mediterraneo, oceano Pacifico… indicata in modo comprensibile. Per il pesce pescato o allevato in acque dolci va riportato lo stato di provenienza
– Se il pesce è congelato o decongelato va indicato in modo chiaro
– La norma prevede l’indicazione obbligatoria degli additivi (per esempio la quasi totalità dei gamberi e dei crostacei viene trattata con solfiti per evitare l’annerimento della testa che non piace ai consumatori)
– Il metodo di cattura
Ecco alcune delle pagine del manuale redatto dall’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta