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Cookies, il 2 giugno in vigore le nuove norme. Federprivacy: “Il 67% dei siti italiani non è pronto”
L’ALLARME
Il presidente Bernardi lancia l’allarme: “Molte aziende e web agency costruiscono i portali utilizzando pacchetti preconfezionati progettati all’estero, che non rispettano le norme italiane”
di A.S.
Il 67% dei siti italiani mancano di una idonea informativa sui cookie e non chiedono il consenso al loro utilizzo nel “form”. E’ quanto emerge da un recente studio di Federprivacy. La federazione sottolinea in una nota che scadrà il 2 giugno il termine del provvedimento generale del Garante della Privacy dell’8 maggio 2014, che impone ai titolari del trattamento l’obbligo di acquisire il consenso preventivo e informato dagli utenti per l’installazione di cookies.
“E’ significativo il fatto che in base alla nostra ricerca è emerso che spesso a commettere le violazioni siano aziende informatiche e web agency, che propongono esse stesse sul mercato servizi di web design, avvalendosi però di pacchetti preconfenzionati per realizzare siti web che non tengono conto della normativa privacy italiana, esponendo così i loro clienti al rischio di pesanti sanzioni – spiega il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi – Quando si deve realizzare un sito internet, è perciò raccomandabile rivolgersi a professionisti competenti non solo a livello informatico, ma anche preparati su tutte le implicazioni legali”.
“Le norme e i nuovi obblighi – spiega nel comunicato l’avvocato Rocco Panetta – si rivolgono in particolare a coloro i quali attraverso l’uso dei cookies sul web intendano svolgere anche attività di profilazione di clienti e utenti, anche occasionali. I meccanismi in apparenza semplici, nascondono profili interpretativi controversi. Le sanzioni non lasciano molto all’immaginazione e quindi la compliance col quadro normativo europeo non può essere messa in secondo piano”.
“Chi non si adegua – spiegano da Federprivacy, che organizzerà un incontro sul tema il 26 maggio a Reggio Emilia – rischia infatti pesanti sanzioni da parte del Garante, o del Nucleo Privacy della Guardia di Finanza, per omessa informativa o informativa non idonea fino a 120.000,00 euro”.