Da Moncler a Zegna, il made in Italy vince la sfida ai falsi cinesi
Ermenegildo Zegna vince una causa per contraffazione in Cina
In base a una sentenza del Tribunale di Guangzhou, la società cinese Guangzhou Fuyin dovrà cessare le attività di contraffazione dei marchi del gruppo Ermenegildo Zegna e risarcire i danni per un valore di 2,04 milioni di renmimbi, pari a circa 290mila euro.
Dal 2011 Guangzhou Fuyin aveva utilizzato vari marchi molto simili a quelli del Gruppo Zegna, realizzando linee di abbigliamento con nomi come ZSNOI, ZZSNOI eZSNOIsport e servendosi di label e immagini che si confondevano con quelli utilizzati dalla realtà italiana.
Ermenegildo Zegna è un veterano del mercato cinese: la prima boutique a Pechino è stata aperta nel 1991 e il brand omonimo, insieme a Z Zegna e Agnona, è apprezzato dai consumatori come sinonimo di un made in Italy di alta qualità.
Risale addirittura al 1973 la registrazione nella nazione asiatica del primo marchio commerciale “Zegna”. Già da allora quello dei falsi era un problema che si faceva sentire, al punto che l’azienda di Trivero aveva dovuto dotarsi fin dagli inizi di un sistema di protezione giuridica, in modo da proteggere la proprietà intellettuale (nella foto, la primavera-estate 2016 di Ermenegildo Zegna).